Scritto da Daniele Di Santo, Settore Trekking ASD Majella Sporting Team, 2 settembre 2014
Anche questa volta il tempo non prometteva nulla di buono. Ma nonostante il nuvolone che copriva la Majella, all’appuntamento del mattino al bar incontriamo molte persone, zaino in spalla, pronte per la salita. Qualcuno a Fonte Tarì non saliva da un bel po’; incuriosito forse dalla novità dell’iniziativa, ha deciso che questo può essere un buon motivo per ripercorrere l’antica mulattiera e tornare a far visita al rifugio tanto caro a noi lamesi. Si, perché dalle nostre parti di “concerti in alta quota” non se ne fanno spesso. Anzi, di sicuro al nostro rifugio non se n’erano mai fatti prima. Allora pronti via, perché a mezzogiorno c’è l’appuntamento con i “Moon Brass ensamble d’ottoni”.
Noi altri, adibiti al ruolo di “portatori”, attendiamo i musicisti, che presto sarebbero diventati nostri nuovi amici, alla partenza della funivia delle Grotte del Cavallone, attraverso la quale riusciamo a salire più comodamente e in modo gratuito, grazie alla disponibilità del Comune di Taranta. Qualche regolazione agli zaini e ai bastini e carichiamo trombe, trombone e una specie di sarcofago gigante che Roberto dei Moon Brass dice di contenere il “basso tuba”.
Scesi dalla funivia saliamo rapidamente a Vaduccio e riscendiamo al rifugio, dove ci attende davvero tanta gente (il Presidente del MST ci dirà poi che eravamo oltre 130!). Ci facciamo spazio tra le persone curiose di sapere cosa nasconde quel grosso “sarcofago”e ci rifocilliamo dentro al rifugio, dove Peppe e gli altri hanno preparato la colazione. Tutto in perfetto orario e tutti davvero pronti per ascoltare un qualcosa di nuovo; persino Ciuchino sembra subito appassionarsi alla lucentezza di quegli ottoni che via via i musicisti sfoderano dalle custodie. Ci si dispone allora lungo il pendio al fianco del rifugio. Qui non ci sono le comode poltroncine del teatro, ma una pietra piatta o meglio un cespo d’erba, possibilmente senza spine, andranno benissimo. Ci si guarda attorno e la cornice naturale è tutta da respirare. Così la prima nota uscita fuori dei quegli strumenti riecheggia immediatamente negli sconfinati spazi della montagna e dà inizio ad un’atmosfera unica. Intervallate ogni tanto da qualche simpatica battuta del Maestro Gianni, suonano musiche per tutti i gusti: componimenti classici, danze medievali, folk messicani, una solenne “Nessun dorma” di Puccini, fino a “Yesterday” dei Beatles e ad un travolgente “Libertango” di Astor Piazzola, che alla fine di un prolungato applauso finale, merita indubbiamente un bis.
Dopo tanta musica arriva il pranzo e come “Libertango”, anche la favolosa pasta con le melanzane, preparata da Lorena, Laura e lo staff della cucina, viene anch’essa acclamata per bissare.
Questo vecchio rifugio in pietra, apparentemente lontano da tutto, sa sempre come divenire magico luogo di convivialità, di bellissimi incontri e questa volta anche di buona musica.
Bevuto il caffè e scongiurato il mal tempo, qualcuno si trattiene per qualche brindisi in più, ma noi “sherpa” improvvisati, insieme ai musicisti, ci apprestiamo a riscendere a valle poiché ci attende la piazza di Lama. Qui gli amici dell’Ass. Festa della Musica e Avis Lama, con il contributo del Comune di Lama, hanno allestito un piccolo spazio per fare esibire i nostri amici dei Moon Brass e riproporre un saggio della loro bravura anche alle persone rimaste giù in paese. Anche qui il tempo inizia a fare i capricci e per sicurezza siamo costretti a ripararci sotto i portici della chiesa. Ma il risultato non cambia: quelle musiche appassionano immediatamente e la piazza si riempie subito, richiamando anche i più pigri seduti davanti ai bar.
Il ricavato della giornata (€ 550,00) è stato devoluto a “L’Aquila per la Vita Onlus”, associazione che sostiene terapie di supporto, palliative e cure oncologiche domiciliari. E sappiamo bene che le associazioni del nostro paese, come i cittadini tutti, rispondono sempre molto positivamente quando si tratta di solidarietà.
Alla fine del concerto il quintetto composto da Gianni, Valerio, Roberto, Giuliano e Marco è abbastanza stanco e per ringraziarli almeno un po’ di tutto il fiato che hanno tirato fuori in questa fantastica giornata (sia per le salite, sia per le note suonate!), offriamo loro una merenda con le nostre tipiche sfogliatelle. È il momento dei saluti e dopo essersi scrollati un po’ i vestiti per togliersi via lo zucchero a velo delle sfogliatelle, i nostri amici riprendono la propria strada, chi verso L’Aquila, chi verso la Marsica, con un abbraccio e con la promessa di rivederci presto.